Mercati nel Caos: in Balìa della Recessione, ma non tutti sono pessimisti
La settimana appena trascorsa ha visto i mercati finanziari internazionali attraversare una fase di forte turbolenza, segnata da pesanti ribassi che hanno scosso sia le borse asiatiche che quelle occidentali. L'economia statunitense ha lanciato segnali preoccupanti, alimentando timori di una recessione imminente e portando gli investitori a reagire con vendite massive.
Il Nasdaq è entrato ufficialmente in un territorio di correzione, con una perdita di oltre il 10% dal mese di luglio, spinto dal crollo delle cosiddette "Magnifiche 7", le grandi società tecnologiche americane, che hanno visto evaporare circa 3.300 miliardi di dollari di capitalizzazione dai loro massimi recenti. Il calo del 25% registrato in un solo giorno ha fatto tremare Wall Street, evidenziando come il ridimensionamento delle aspettative sugli utili, soprattutto nel settore dell'intelligenza artificiale, stia avendo un impatto devastante.
Non meno drammatica la situazione in Asia, dove la Borsa di Tokyo ha vissuto la peggiore seduta dal 2016, chiudendo con un tonfo del 12,4%. Questo crollo è stato innescato dalla chiusura forzata delle operazioni di carry trade, una strategia che aveva permesso agli investitori di sfruttare i tassi d'interesse bassi dello yen per acquistare asset in altre valute. Il brusco apprezzamento dello yen, seguito alla decisione della Bank of Japan di alzare i tassi allo 0,25%, ha costretto molti a vendere gli asset in dollari, innescando un'ondata di panico.
Anche in Europa la situazione non è stata rosea. Le banche hanno guidato i ribassi, appesantite dalle speculazioni su possibili nuove tasse sugli extraprofitti. Piazza Affari ha registrato una perdita dell'8,6% nel settore bancario, contribuendo al calo generale del 10% delle borse europee dai massimi di marzo. L'indice Eurostoxx 50 ha ceduto l'1,45%, mentre lo spread italiano ha superato i 140 punti base, alimentato dalle voci di nuove imposte straordinarie.
A complicare ulteriormente il quadro, i dati macroeconomici provenienti dagli Stati Uniti hanno messo in discussione la narrativa di un "atterraggio morbido" per l'economia. L'indice ISM manifatturiero è sceso a 46,8 punti, ben al di sotto delle aspettative, mentre le nuove buste paga di luglio hanno mostrato un incremento molto inferiore alle attese. Il tasso di disoccupazione è balzato dal 4,1% al 4,3%, facendo scattare l'allarme recessione.
Questa serie di cattive notizie ha spinto molti investitori a ritenere che la Federal Reserve sia in ritardo nel ciclo dei tassi, con la possibilità che sia costretta a intervenire con tagli d'emergenza già entro la prossima settimana. I futures sui tassi ora scontano con una probabilità del 60% un intervento straordinario della Fed, che potrebbe optare per un taglio di 50 punti base a settembre.
L'incertezza regna sovrana sui mercati finanziari, e mentre alcuni investitori stanno cercando di approfittare dei ribassi per acquistare a prezzi più bassi, molti altri rimangono paralizzati dall'insicurezza e dalla volatilità, in attesa di segnali più chiari dalla Fed e dai prossimi dati macroeconomici.
In questo clima di alta tensione, è probabile che la volatilità rimanga elevata nelle prossime settimane, con i mercati che potrebbero continuare a oscillare violentemente tra speranze di stabilizzazione e timori di un ulteriore deterioramento delle condizioni economiche globali.
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