Borse in equilibrio tra euforia e cautela: i mercati temono una Fed più prudente sui tassi
I mercati finanziari globali hanno vissuto una settimana di oscillazioni, dettate da un’alternanza di notizie incoraggianti e timori persistenti. I dati del mercato del lavoro statunitense, che hanno mostrato una creazione di 254.000 nuovi posti e una riduzione della disoccupazione, hanno inizialmente acceso l’euforia sulle principali piazze americane. Wall Street e Nasdaq hanno registrato un rialzo, con l’idea che l’economia USA fosse più solida del previsto.
Tuttavia, la tonicità del mercato del lavoro ha fatto emergere nuovi timori: l’inflazione potrebbe non essere completamente sotto controllo. Gli investitori hanno iniziato a dubitare che la Federal Reserve abbia ancora la necessità di tagliare i tassi d’interesse come previsto. Questo ha portato a una flessione dei mercati, con i rendimenti dei titoli di stato USA a due anni che sono saliti di 20 punti base e quelli decennali di 12 punti.
Anche in Europa le borse hanno seguito questo andamento altalenante. Milano ha chiuso in rialzo, recuperando i timori legati alla legge di bilancio, con l'indice Ftse Mib che ha guadagnato l'1,28%. Parigi e Francoforte hanno seguito il trend, con rialzi rispettivamente dello 0,85% e dello 0,55%. Tuttavia, è nei mercati obbligazionari che si sono registrati i movimenti più significativi: il dollaro ha guadagnato terreno e gli investitori hanno rivisto le loro aspettative sulla futura politica monetaria della Fed.
Il dato sull’inflazione USA, previsto per giovedì prossimo, sarà decisivo per capire se la Fed manterrà la sua linea di cautela. Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente e l’aumento dei prezzi del petrolio saranno altri fattori chiave da monitorare. Nel frattempo, i mercati si muovono su un filo sottile, tra la speranza di una ripresa solida e la paura di una Fed meno disposta a intervenire.